Cala il sipario sulla terza edizione della masterclass Klimax Dance Lab, evento che ha coinvolto tutti gli appassionati di danza, di livello avanzato, intermedio, da quest’anno anche principianti.

Con la direzione artistica di Marco De Alteriis e Valentina Verderame, la masterclass ha ospitato 16 artisti di fama nazionale ed internazionale offrendo ai giovani talenti la possibilità di studiare a stretto contatto con gli insegnanti in classi suddivise per stile, livello ed età. Per l’occasione abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Marco De Alteriis. 

Il Klimax Dance Lab quest’anno è giunto alla terza edizione. Cosa rappresenta questa masterclass?

«Credo molto nel Klimax Dance Lab e nello Sharing Art di Pompei perché entrambi sono mossi da menti aperte verso il mondo dell’arte e di conseguenza spazio e team organizzativi accolgono e si prendono cura di tutto e tutti. Una bellissima esperienza che ogni anno migliora e si rigenera. Iniziamo già a lavorare per l’anno prossimo!».

Uno degli aspetti positivi di questo laboratorio possiamo dire sia la location?

«Il progetto ha trovato il suo luogo ideale nello Sharing Art di Pompei capitanato da Luca Varone: luogo con una forte filosofia green e di rispetto per l’arte e gli artisti in cui risuona forte il senso di condivisone. Quello che la danza praticamente cerca di insegnare prima della danza stessa».

Cosa ti affascina in particolar modo di questo progetto di cui curi la direzione artistica insieme a Valentina Verderame?
«Il progetto Klimax Dance Lab mi affascina dal primo giorno in cui ho deciso di abbracciarne la direzione artistica, perché da sempre credo fortemente nella relazione tra danza e natura. Valentina Verderame ed io lavoriamo al progetto per un’intera stagione affinché il Klimax Dance Lab possa essere ciò che è: un’opportunità di conoscenza di tutte le espressioni della danza contemporanea, un momento di riflessione e di ricerca, dove l’intelligenza altra (quella della connessione energetica tra la persona e lo spazio) entra nel corpo e si muove tra dinamiche e natura».

Per chi ancora non lo conosce, cos’è il Klimax Dance Lab?

«Il Klimax Dance Lab è anche un’opportunità performativa ed un’opportunità di lavoro. Gli allievi infatti si esibiscono davanti ad un pubblico con l’elaborato della residenza artistica a cui hanno preso parte. Ogni anno viene scelto un coreografo che per tutta la residenza lavora con un determinato gruppo proprio per preparare un lavoro ad hoc per la serata conclusiva. L’opportunità lavorativa è pensata attraverso l’incontro diretto con il coreografo che ha la sua compagnia o il suo progetto. Tanto è vero che durante le edizioni del Klimax Dance Lab questi incontri ravvicinati e sinceri, lontani dalle pressioni dell’audizione, si sono rivelati come ponti verso l’opportunità professionale per i partecipanti stessi».

In che modo sono stati coinvolti gli allievi?

«I partecipanti sono stati stimolati da diversi linguaggi coreografici e lavorando volutamente senza specchi si sono immersi nelle loro percezioni più profonde affrontando con curiosità e attenzione tutte le classi. I coreografi sono stati scelti per proposta artistica, per motore d’inizio (inteso come spinta d’azione), per radice. Penso che così differenti tra loro, i coreografi possano, con la loro autenticità, costruire l’albero dei movimenti dove ogni ramo ha una sua indipendenza espressiva ma la radice è quella della danza contemporanea. Individuare “rami” così diversi tra loro non è un lavoro semplice ma la sensibilità artistica e l’esperienza ci ha consentito, anche quest’anno, di aver individuato e proposto le giuste idee artistiche per i partecipanti del Klimax Dance Lab».